“Le persone a cui teniamo continuano a influenzare la qualità della nostra vita anche dopo la loro morte” A dire queste parole è
Kyle Bourassa, dottorando di psicologia all’Università dell’Arizona e capo di un progetto che ha coinvolto 80 mila persone sparse nel mondo. L’equipe di Bourassa si era già concentrata in passato sull’apporto psicologico delle relazioni sentimentali alla vita delle persone, con questo nuovo studio ci si domandava se il legame sentimentale nella coppia cambiasse dopo la scomparsa di uno dei due. In studi precedenti i dottorandi di psicologia dell’Arizona avevano dimostrato come in una coppia la salute fisica e mentale dei partner fosse strettamente interdipendente.
Il nuovo studio mostra “che la qualità della vita di un vedovo o di una vedova – spiega Bourassa – risente dell’influenza del coniuge deceduto proprio come se questi fosse ancora in vita”.
Oltre a confermare la stretta dipendenza che c’è tra il benessere dei coniugi, la ricerca mostra che questo fenomeno continua anche dopo la morte di uno dei due partner, indipendentemente da età, stato di salute e anni di matrimonio. Ma ciò che colpisce è che il “legame” tra il partner deceduto e quello in vita non presenta differenze rispetto a quello tra coniugi ancora entrambi vivi.
Si aspettano interessanti sviluppi dallo studio.